Dalla bellezza magica e accattivante, il paesaggio è la vera gloria della nazione. Leggiadri cavalli da corsa che si rincorrono su prati dal colore smeraldino, graziose case di campagna circondate da muri in pietra a secco che emanano ancora nell’aria il profumo della torba bruciata, colline di felci che nascondono il loro manto sotto un velo di rugiada, e le onde violente del mare che si infrangono ai piedi di terrificanti scogliere.
Questa è l’Irlanda. Quando il resto dell’Europa giace sotto una coltre di neve, i prati irlandesi sono spesso ancora verdi, nonostante la posizione a nord del Continente. Questo perché il clima è addolcito dai venti atiantici carichi di umidità e dalle calde acque della corrente del Golfo. Non ci si stupisca dunque che gli antichi conquistatori ambissero così avidamente al suo fertile territorio, dove le mandrie potevano pascolare in ogni periodo dell’anno.
Satura dei miti e delle leggende del suo passato come della fitta pioggia che dà colore ai suoi prati, l’Irlanda, verde terra del trifoglio, è un Paese in cui il passato è inestricabilmente legato al presente. Non si può negare, infatti, che i racconti mitici e gli eventi avvolti nella leggenda che caratterizzano il passato irlandese abbiano contribuito e contribuiscano ancora ad accrescere il fascino e il richiamo di questa magica terra. In una delle antiche saghe celtiche, il guerriero Amergin, nel momento in cui prende con sé l’anima e lo spirito di questa terra, si paragona «al vento che soffia sul mare», «alle onde dell’oceano», «ad un salmone nelle acque» e «ad un lago in una pianura», immagini queste che identificano ancora per fettamente gli aspetti più caratteristici del paesaggio irlandese.